Oggi approfittando di un pomeriggio di tranquillità, mi sono portata il pc al ristorante e così mi dedico al mio piccolo angolino ^_^
Oggi vi parlo di un libro che mi è stato dato dall'autore stesso in cambio di un'onesta opinione e lo ringrazio per questa opportunità.
Sto parlando di Il Sole d'Agosto sopra la Rambla di Damiano Dario Ghiglino.
La trama:
Sono i “giovani tramonti”, fragili e tenaci, ragazzi gay dai cuori spezzati impressi indelebilmente sullo sfondo di una Barcellona sotterranea. Ognuno alla ricerca di qualcosa e in fuga da qualcosa, ognuno con le proprie paure e i propri segreti.
Tra prostituzione e dipendenze, locali malfamati e preti pedofili, nostalgie e desideri brucianti, passioni e tenerezze passeggere, in attesa di quell'evento imprevedibile che cambierà per sempre le loro esistenze, cercheranno di fermare il tempo per vivere unicamente il presente ed attendere l'amore in quella dimensione, così sfuggente ed ambigua, dell'istante stesso.
Eppure quando un sentimento forte e sconosciuto si farà strada nei cuori dei diciottenni David e Borja, i più giovani del gruppo, la diffidenza e lo stupore lasceranno progressivamente spazio ad una coscienza sempre più profonda e ostinata.
Romantico e spietato al tempo stesso, questo romanzo rappresenta il ritratto psicologico di una generazione smarrita alla quale il futuro si presenta come imperscrutabile.
Una storia molto bella, un libro corale con una splendida ambientazione a Barcellona, città che di solito siamo abituati a vedere sempre colorata e piena di vita, qui ci viene invece mostrata anche nelle sue sfumature più malinconiche e decadenti.
I protagonisti sono cinque ragazzi, Fernando, Miguel, Antonio, Borja e David, cinque amici che affontano la vita in modi diversi, con problemi diversi, ma tutti sono alla ricerca di "qualcosa" che li definisca e li completi; tutti vivono un disagio per motivi differenti e ognuno di loro farà un percorso che nel bene o nel male li porterà a mettere un punto nelle loro vite.
Ho apprezzato l'uso del narratore onnisciente, che tra passato e presente, ci permette di cogliere appieno le storie di tutti i ragazzi e quello che sarà il loro futuro; un pò meno invece il cambio repentino di punto di vista, che all'inizio ti spiazza, visto che non conosci bene i personaggi e non riesci a distinguerli, ma andando avanti con la lettura non ci si fa più caso.
Una particolare menzione per Miguel e Fernando, i due ragazzi con cui forse mi sono indentificata di più: con il primo condivido l'età e quella sensazione di incompletezza che lo porta poi a tornare alle sue radici, a fare quello che sembra un passo indietro ma che in realtà è una crescita.
Fernando invece è il personaggio che mi ha trasmesso più tristezza e malinconia: intrappolato nel suo corpo che non piace perchè "grasso e effeminato" e per questo viene definito "gordo" e deriso: questo lo porta a cercare rifugio nel cibo, che diventa la sua salvezza ma allo stesso tempo il suo carceriere perchè non gli permette di crescere.
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